Vabbè, allora divento logorroico
Parto di mattina così presto che ancora è buio. So che pioverà e sono equipaggiato.
Arrivo a Polesella Pochi minuti prima di Alessia. Lasciamo che le due 400 facciano conoscenza...
poi infiliamo l'argine del Po risalendolo fino a Pontelagoscuro e lo attraversiamo sempre con grande rispetto.
A Ferrara si aggregano Luca, Athos ed un'altro con la 500. Inizia a piovere e ci infiliamo nelle tute come palombari prima dell'immersione.
Oltrepassiamo Bologna e facciamo tappa a casa di Marco a vedere i suoi gioielli.
Adesso siamo tutti assieme, iniziano le colline e più saliamo più aumenta la pioggia.
Piove a dirotto, siamo spesso dentro in nube così che non si vede oltre i 10 metri.
Visiera appannata, piede destro misteriosamente allagato, guanti fradici.
Freddo a volontà, curvoni in discesa con foglie bagnate e ricci di castagne ovunque.
Freno anteriore completamente inservibile
Facciamo gli ultimi chilometri a passo di lumaca con Alessia che trema di paura.
E finalmente si arriva ai Prà e non c'è un cazzo di nessuno o quasi. Ci sono solo due Honda, ma di certo nessuna Four... C'è Marinoni con la motorazza nuova e Mugen con la Civic a quattro ruote
E finalmente si scarica e si tira fuori la felpa asciutta. Non calda ma asciutta. I calzini e le scarpe di ricambio. Ed il sangue riprende a tornare nelle periferie che aveva abbandonato.
Poi siamo tutti assieme, pochi ma buoni. Arrivano le tigelle gli affettati il vino e le birre. Il vento sbatte le foglie contro le vetrate e la pioggia le mitraglia. A volte calano le nuvole ed i Prà vengono inghiottiti. Ma dentro stiamo da Dio. Davanti al fancoil Marco che è il più alto di tutti (dopo l'Altissimo, ovviamente) tira un cavo ed appendiamo guanti e calzini ad asciugare. Il mio stivale destro è infilato su un trave del tetto e divora l'aria calda.
Ore ed ore così a ridere e raccontare. Il bello di essere nel numero giusto impedisce il formarsi di capannelli separati ed il discorso di uno è goduto da tutti. Cala la sera e arrivano le pizze e le gramigne con le salsicce. Fuori il tempaccio non dà tregua ed i racconti continuano e vorresti che tutto questo non finisca mai.
La mattina al risveglio il cielo è lavato e sereno. L'ultima umidità si sta dissolvendo e ai Prà ci godiamo il sole.
A mezzogiorno partiamo in direzioni diverse, ciascuno verso il suo ritorno.
Io, Alessia e Graziano facciamo una strada d'incanto che da Cereglio passa per Tolè, Salvigno, Oca ed altri piccoli borghi che fino a Zola Predosa si snodano su strade tortuose di una bellezza infinita. Subito dopo il Po, Graziano ci lascia. Io ed Alessia facciamo l'argine sinistro del Grande Fiume fino a Polesella e li rimango solo. Voglio arrivare a casa per cena e contro ai buoni propositi, mi infilo in autostrada.
Per 30km di seguito tengo una lancetta sul 160 e l'altra sul 8,4 (con il borsone sul serbatoio) senza mai mollare il gas nemmeno per un secondo.
Il Marving urla un acuto disperato ed timpano destro ne porta le conseguenze ancor oggi...
Che dire...
Più piccolo è il Cereglino più grande è il godimento.
Grazie ragazzi.
Io pensai tutto e tutto valutai, gli anni a venire sapevano di spreco, e di spreco sapevano gli anni addietro...