BENVENUTA GIADA
Inviato: sab ago 06, 2016 11:33 am
![Immagine](https://s15.postimg.org/8nptuzl3v/giada.jpg)
Chi già mi conosce, conosce anche la mia logorrea (preciso: logorrea, non diarrea).
A qualcuno piacciono le fiabe che racconto, ad altri meno.
I primi sono invitati a continuare la lettura di questa breve storia che narra della nuova (vecchia) moto che è da poco entrata (rientrata) nella mia vita.
Gli altri possono tranquillamente premere il tasto ESC.
Vado:
Ho già l’innegabile fortuna di avere 3 Four: la 750 “Poderosa” che mi ha accompagnato in tanti bei viaggi, la 400 “Cocorita” che ha sopportato una trasformazione poco ortodossa ma che grazie a questa ha ricevuto una grinta di tutto rispetto, ed infine la 350 “Gilda” originalissima ed impeccabile, che è arrivata silenziosa e quasi in punta di piedi.
Questa fortuna, dicevo, sarebbe stata decuplicata se avessi completato il poker con una bella 500. Meglio se una K0 o K1 e meglio ancora se verde giada…
Fatto sta che, consapevole di questa mia ricerca, un amico del gruppo che qui non nomino ma che già mi ha assistito durante l’acquisto della 400, un giorno mi manda un link come già aveva fatto più volte ed assieme ne studiamo i particolari.
La 500 ha un bel prezzo, sembra una K1 ed è indubbiamente verde, ma le foto sono di qualità scadente e non riprendono mai la moto nel suo insieme. L’esperienza m’insegna che il trucco è spesso voluto, apposta per nascondere le magagne del mezzo. Vorrei cestinare anche questo link, ma faccio un piccolo ulteriore sforzo e provo più volte a chiamare il numero del venditore, ma sempre senza successo, risultando il numero “inesistente”. Mando un paio di mail, ma anche queste sembrano cadere nel vuoto.
Partendo dal numero di targa che, stranamente, è visibile in una foto dell’annuncio, faccio fare una previsura. Ne risulta che la moto è stata immatricolata nel ’76, un solo proprietario, è “pulita” e non è stata radiata.
Per conto mio, faccio anche qualche altra ricerca in rete, usando il nome del proprietario che è emerso dalla previsura, ma per uno strano caso d’omonimia ed altre incredibili coincidenze, ne esce un quadro sconfortante, che ha a che fare con traffico di droga, denuncie ed arresto.
Di nuovo sale la voglia di lasciar perdere tutto.
Ecco però che dopo qualche giorno, arriva una mail di risposta, con la quale mi si dice che la moto è ancora disponibile, che il motore non è bloccato ma, provando con la pedivella, non sono riusciti ad avviarlo. Le ruote sono entrambe a terra.
Chiedo un contatto telefonico valido e finalmente riesco a parlare con qualcuno.
Ecco grossomodo il resoconto della telefonata:
La moto è ferma da tanto ed il contachilometri segna 13.717km. Era stata regalata dall’attuale proprietaria al marito, il quale poi è deceduto nel 2001. In seguito a questo, la moto è stata abbandonata e poi dimenticata in un bugigattolo al piano terra di un condominio della periferia livornese. La signora, un po’ avanti con gli anni, non usa in internet, quindi dà all’amico di famiglia, l’incarico di vendere il mezzo.
Il mio interlocutore –Francesco- è l’amico di famiglia, fortunatamente molto cortese e disponibile ma con poco tempo da dedicare a questa cosa.
380km non sono moltissimi ma non sono neanche la strada dell’orto e prima di fare giri a vuoto, chiedo foto migliori. Passa del tempo perché la signora fa vita ritirata e la moto sta nel garage sotto casa sua. Si tratta di far coincidere il poco tempo a disposizione di Francesco, con la possibilità di accedere al garage.
Dopo una settimana finalmente arrivano le foto e le magagne vengono a galla: c’è della ruggine, un fianchetto è frantumato ma soprattutto gli scarichi sono degli orribili SITO 4 in 2. Sul manubrio, una medaglietta di San Cristoforo assicura a moto e passeggeri lunghi viaggi sereni...
Ma il rapporto qualità/prezzo è ancora buono. Chiedo quindi al mio interlocutore un’ulteriore sconto che tenga conto delle citate magagne, in cambio di qualche bottiglia di prosecco se l’affare si chiude.
Il giorno dopo definiamo l’accordo e stabiliamo giorno ed orario per la calata e per il ritiro del mezzo.
Apro ora una piccola parentesi ed inserisco storia nella storia.
Poco più avanti di casa mia, abita un ex camionista ora pensionato. Il suo amore per il lavoro, da poco cessato, lo ha spinto a dotare la sua Ford Fiesta 1600 di un gancio di traino e a comperare un carrello da rimorchiare. Immagino che questo gli dia ancora l’idea di guidare un mezzo pesante per le strade italiane. Alla mia domanda di cosa se ne faccia ora un carrello, brancola un po’ nel buio e poi risponde con un sorriso: “porto le foglie in fondo al campo”.
Questa cara persona con il suo carrello, già mi ha prestato il suo tempo quando si è trattato di andare a recuperare Gilda, la quale però stava a qualche decina di chilometri da casa.
Pochi giorni fa lo trovo in piazza e gli faccio: “Giovanni, sono in trattativa per una moto, ma stavolta è lontana. Sta a Livorno”.
“Livorno? Nessun problema!!! Partiamo all’alba, facciamo Padova-Bologna-Firenze-Livorno e prima di sera siamo a casa. Andiamo domani?”.
Calma –dico- mica ho combinato… vediamo…
Pochi giorni dopo, passa in bici davanti casa e mi vede che traffico sulla Poderosa. Si ferma dal cancello e mi fa: “Ho preso il sistema di fissaggio per la ruota anteriore delle moto. Oggi lo installo sul rimorchio”. Ride con gli occhi e in quelli gli leggo l’eterna voglia di partire.
“Vieni dentro Giovanni, che mangiamo un po’ d’anguria” –ribatto io-.
Torniamo a noi.
Chiamo un’agenzia pratiche auto vicina al luogo dove sta la moto, spiego la situazione e ricevo l’elenco dei documenti necessari a formalizzare la compravendita. Oltre ai consueti libretto e foglio complementare, serve in questo caso anche qualcosa in più, essendo il contestatario deceduto.
Nel frattempo, Francesco mi passa il numero di telefono della signora, pregandomi di chiamare solo ed esclusivamente nell’orario stabilito e di tenerla poco al telefono, giusto il tempo di spiegarle cosa deve portare in agenzia per il passaggio di proprietà.
Chiamo.
Risponde una voce lieve, quasi un sussurro, dal forte accento toscano, come fosse nonna Lucia “…col mesto accento della Versilia che nel cuor mi sta…”
Spiego con calma cosa cercare nei cassetti e cosa portare.
Poi, al momento opportuno, quasi fossi Virgilio che chiede a Francesca del “tempo d’i dolci sospiri”, oso: “Signora Rosalba, mi scusi, mi racconta un po’ della moto, perché l’avevate presa, come la usavate…”
Dopo qualche secondo di silenzio lei inizia:
Cosa vuole che le dica… vede, la nostra era una famiglia in vista e benestante…
Regalai la moto a mio marito, all’inizio del 1976 e quell’estate in pratica la passammo sull’Aurelia. Prendevamo il fresco fra Castiglioncello, Cecina e Calafuria. Si fecero anche delle gite a Pisa ed una volta a Lucca. E la usammo pure nelle estati successive… la si usò solo d’estate. Mio marito ci fece metter su le borse dietro e noi ci mettevamo dentro i panini e gli asciugamani. Avevamo molti amici con le moto. Eravamo giovani…
Io non parlo, ho la pelle d’oca.
L’estate del ’76 io facevo il parà a Livorno. I grossi C119 erano all’aeroporto di Pisa-San Giusto ed i lanci li facevamo a Cecina e a Lucca. Io facevo la spola sui vecchi CL e CM lungo l’Aurelia fra Livorno, Pisa, Castiglioncello e Cecina.
Vedevo le Four sfrecciare contro il mare, ne sentivo il rombo arrivare da dietro.
Quella coppia in moto l’ho vista di sicuro e di certo li ho invidiati.
Conclude la signora:
La moto l’andammo a prendere in concessionaria il giorno 13 gennaio del 1976.
Che dire? Io, il 13 gennaio del ’76 ero li, a Livorno, compivo 21 anni e per guidare quelle moto, oggi come allora, servono 21 anni…
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Oramai è un rito. Ogni nuova entrata a Cà della Meridiana ha avuto la sua storiella. Per quei pochi che hanno avuto la pazienza di arrivare fin qui e si vogliono martoriare ancora un po’, queste sono le altre:
Della Poderosa: https://www.honda4fun.com/home/forums/h4forum/26738
Della Cocorita: https://www.honda4fun.com/home/forums/h4forum/30334
Ed infine della Gilda: https://www.honda4fun.com/home/forums/h4forum/30502